«Yeah, un semplice “sì, c’è anche Trieste, ci siamo anche noi”. Qualcuno ha detto che si contrappone al “no se pol”, ma il messaggio non è questo, non basta dire tre parole o trasformarle in “se pol”, ci vuole studio e organizzazione». Il collettivo Yeah nasce nel 2017 dall’incontro di Francesco Sinicco (Barock) e Marco Valvassori (Radio Fragola, BalconyTv): «Insieme abbiamo realizzato l’ultima edizione di Barock – racconta Valvassori –. A nostra memoria non si era mai visto un cartellone con un rapper friulano, una band serba e una cantautrice croata. Partendo da quell’esperienza abbiamo pensato che fosse il momento di creare un nuovo contenitore. La nostra generazione ha vissuto il bello di un’Europa e di un mondo in cui viaggiare liberamente e conoscere tante persone e realtà diverse. Abbiamo pensato di aprire la nostra città a un mondo che nel frattempo ha iniziato a correre veloce intorno a noi, a produrre musica, arte ed eventi». I due cominciano a collaborare con associazioni, gruppi e istituzioni creando una vera e propria “Yeah community”: «Solo così siamo riusciti a portare in città leggende come Jozef van Wissem (vincitore del Cannes Award con il film “Only Lovers Left Alive” diretto da Jim Jarmusch) e Lee Ranaldo (fondatore dei Sonic Youth), ma anche Bobo Rondelli che quest’anno si è esibito a Sanremo in duetto con Irene Grandi». Il collettivo si è allargato con professionisti del suono come Manuel Destro e altri: «In poco meno di tre anni siamo riusciti a creare un bel movimento con 90 artisti di 12 nazionalità diverse, dall’Australia agli Stati Uniti passando per l’Europa, alternando giovani talenti a grandi nomi internazionali quali Lee Ranaldo, Jozef Van Wissem, Jim White e G. Xylouris, Delta Moon, toccando 20 venues in tre paesi diversi».
E in questi giorni è nata l’idea “Yeah quarantine w/special guests”: ogni giorno alle 18.15, in diretta dal canale instagram @yeah_musicts: «Un format che mi sono inventato quasi per scherzo – dice Valvassori –. Durante i primi giorni di questa situazione senza precedenti guardavo le dirette dilaganti sui social network ma mancava qualcosa che parlasse direttamente dal cuore, senza schermi, in un rapporto totalmente libero ed equo con l’ospite e il pubblico, ovvero non una performance frontale ma qualcosa di più inclusivo. Nick Cave ha fatto una cosa simile nel suo ultimo tour, che più di un concerto era un discorso aperto e onesto con i fan. Credo che in questo momento sia importante, più che mai, dare un messaggio di umanità, comunità e bellezza. Grazie a anni di lavoro nel settore musicale ho ricontattato tanti amici che non sentivo da tempo e con cui ho passato esperienze indimenticabili in giro per il mondo. La risposta è stata unanime ed entusiastica, ho un calendario pieno per due settimane. Dal deserto del Mojave a Livorno passando per Los Angeles e la Russia: da Bobo Rondelli a Matt Drenik, dall’organizzatore della Moscow Music Week a Niklas Paschburg». Il palinsesto si amplierà ora in altre fasce orarie, accogliendo a bordo anche Lucia Vazzoler, responsabile di Radio Fragola, con lo show “Questioni poco private”.
«Mi viene in mente una citazione di Albert Camus – conclude – “Un’epidemia non dovrebbe essere confusa per un fastidio, per una noia” è una situazione molto più complessa in cui l’unica cosa sensata da fare è fermarsi a pensare chi siamo, cosa facciamo e qual è il nostro posto su questo pianeta. Una nuova Summer of Love potrebbe verificarsi alla fine del tunnel».
Elisa Russo, Il Piccolo 1 Aprile 2020