Zakkaman & the Revolutionary Tribe of Lion 07.03.14 Casa delle Culture (Ts)

Venerdì 7 marzo 2014 alle 21.30, alla Casa delle Culture di Via Orlandini, i triestini Zakkaman & the Revolutionary Tribe of Lion presentano in anteprima il loro nuovo album. Il progetto nasce attorno a Gianluca Zaccai, che racconta: «Anche se sono un musicista portato più a suonare metal e punk/rock, mi ha sempre attratto la musica reggae, un genere musicale particolare, molto solare e tecnico. Già negli anni 90 avevo scritto varie canzoni all’interno del mio gruppo dell’epoca, i Laidos, che seguivano i ritmi jamaicani. Inoltre avevo suonato negli Occhiospia, con cui facevamo uno ska molto particolare, grazie all’ottimo songwriting del leader Lorenzo Fragiacomo, dal quale ho imparato molto. Dopo varie peripezie, dal 2005 finalmente ho trovato i musicisti giusti con cui condividere il mio amore per il reggae».

Il nuovo album?

«Ci sono dieci canzoni, sia in inglese che in italiano, questa volta non sono state scritte tutte da me: due pezzi sono di Franco “Toro” Trisciuzzi, chitarrista e cantante che, con una costola della tribù, ha fondato il gruppo Bush Doctorz. Oltre a Franco alla chitarra, nel disco suonano Furio “Blackheartman” Lagonigro al piano, Alessandro Perosa alla batteria, Paolo Bonivento al basso, Paolo Gellini alle tastiere, Irene Brigitte e Martina Silla alle voci femminili. Inoltre, in un mio pezzo molto particolare (chitarroni distorti su una base diciamo funky) ritroviamo due dei nostri vecchi collaboratori: Elisa Gellici e il rapper Nass_T. Le registrazioni strumentali sono state fatte nella nostra sala prove, mentre per le voci ci siamo affidati a Roberto Sopracasa e ad Abba Zabba, quest’ultimo co-produttore insieme a me e responsabile del missaggio allo studio PaloAlto di Trieste».

Che concerto proponete venerdì?

«Suoneremo i pezzi del nuovo disco, quelli vecchi e qualche inedito. Avranno ampio spazio i Bush Doctorz e alle tastiere suonerà Samuele Orlando, un giovane musicista di Trieste molto bravo ed eclettico. Il supporto del pubblico è il pane del musicista, in questo periodo per me è fondamentale, perché, pur suonando anche con i Bruzai e con i Damned Pilots, in questa serata canterò le canzoni scritte da me, a cui sono ragionevolmente molto legato».

Suona da tanto (già negli anni Ottanta con i Silence), che cambiamenti ha notato?

«Secondo me esistono molti più musicisti bravi, ma purtroppo penso che l’originalità sia andata ormai perduta. Personalmente mi considero un musicista un po’ fuori dalle righe, non ho mai avuto un’etichetta, né un manager, né ho mai stampato un disco “ufficiale”. Ho sempre suonato per il mio piacere personale e provo le stesse emozioni nel farlo in una piazza davanti a migliaia di persone o in un prato con gli amici. Trieste ha sempre sfornato tantissimi talenti, e anche in questi ultimi anni sento suonare tanti giovani bravissimi. Purtroppo viviamo in una città geograficamente sfortunata, dobbiamo sbatterci tanto e fare tanti chilometri per suonare in giro».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 07 Marzo 2014

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